Ultima settimana prima delle vacanze.
Preparativi:
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svuotare frigorifero
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cambiare soldi
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chiedere alla vicina di prendermi la posta
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tagliare capelli (o quel che ne resta)
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comprare Lagavulin da viaggio
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A metà della lista, realizzo che oggi sono cento giorni esatti da quando sono tornato. Sembrano cent’anni, in meglio, vita più semplice, alquanto solitaria, che funziona, mi appassiona, mi piace.
Bello e triste allo stesso tempo. Bello perché andare a dormire sperando di non svegliarsi, alla lunga, stanca. Triste perché diecimila kilometri fra la tua vita e le persone che ami saranno troppi, un giorno o l’altro, e quando si tratterà di scegliere è te che sceglierai. Ma è un genere di tristezza a cui sono preparato, tanto vale pensare ad altro.
Al sonno che arriva, alla pioggia che cade, a Robert Burns e Dylan Thomas, non al futuro, ma al domani.